Tai chi, una ginnastica dolce

Definire il Tai Chi una ginnastica dolce può essere solo parzialmente corretto.

Certamente “dolce” il Tai Chi si può definire, e,  se per ginnastica intendiamo, come spesso nell’accezione comune si intende, quell’oretta o massimo due alla settimana da dedicare al corpo, impegnandoci in una serie di movimenti  che  gli  facciano bene, definirlo ginnastica va anche bene. Ma, dopo la prima lezione, chiunque potrà accorgersi che il Tai Chi Chuan è in realtà qualcosa di molto più complesso e di difficile definizione.

La dolcezza  propria di quest’arte del movimento è più che altro qualcosa che nasce in chi guarda eseguire  l’armonioso susseguirsi  delle “forme” del Tai Chi, che sono moltissime, a seconda dello stile praticato. Sono gesti in sequenza, apparentemente naturali, che emergono da un corpo rilasciato ed aperto e che evocano, in chi li guarda, una straordinaria sensazione di pace e armonia.

Ma un corpo naturale , rilasciato ed aperto, ai nostri tempi, qui ed ora, è un punto d’arrivo, difficilmente può essere un punto di partenza. Il corpo cui ci rivolgiamo è spesso un involucro a noi totalmente estraneo che ci illudiamo di mantenere in salute dedicandoci spesso solo a pratiche esteriori totalmente basate sull’apparire.

Mentre il Tai Chi si rivolge al nostro essere. Nella filosofia Taoista, cui il Tai Chi si riferisce, il corpo non è qualcosa di separato dalla natura in cui è immerso, è la Natura esso stesso. E il Tai chi muove sì il corpo, ma calma anche la mente, focalizza l’attenzione e l’intenzione, placa le emozioni, mitiga l’aggressività, ci esercita alla pazienza e al metodo. Ci vuole tutti, in ogni nostra parte.

Può essere praticato ovunque, a qualsiasi età, non richiede particolari qualità atletiche, e, se avrete metodo e pazienza, farà di voi degli esseri migliori nel corpo, nel cuore e nella mente.